OCSE: A territorial review of Venice
Venezia, 18 gennaio 2010 — In una conferenza stampa tenutasi oggi presso la sede della Fondazione di Venezia, Antonio Armellini, Ambasciatore e rappresentante permanente italiano presso l’Ocse, Marino Folin, Presidente della Fondazione Venezia 2000, Amerigo Restucci, Magnifico Rettore dell’Università IUAV e Francesco Sbetti, urbanista e consulente della Fondazione Venezia 2000, hanno presentato e discusso i risultati preliminari dell’indagine realizzata sul territorio di Venezia dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e Io Sviluppo Economico.
Ha concluso la mattinata l’intervento di Laura Fincato, Assessora al Piano Strategico di Venezia.
“I primi risultati relativi al rapporto OCSE sul territorio di Venezia — spiega il presidente di Fondazione Venezia 2000, Marino Folin — ci forniscono un quadro che vede l’area metropolitana che va dalla laguna fino a Padova e a Treviso come una delle più importanti economie Italiane. Il modello su cui si sono basati la crescita e il successo di un tessuto economico e umano estremamente dinamico in futuro è, però, destinato ad affrontare una serie di sfide. Per vincerle è necessario che il territorio di Venezia diventi davvero un’area metropolitana, con un coordinamento centrale che sia in grado di governare un’area vasta e piena di potenzialità”.
Venezia, il successo e le sfide future
Un modello vincente
I risultati delle ricerca OCSE rappresentano l’area di Venezia — intesa come la totalità delle province di Venezia, Padova e Treviso, oltre alla laguna di Venezia e al suo arcipelago di isole — come una delle maggiori economie italiane. La città-regione si colloca, infatti, tra le più dinamiche e produttive d’Europa. La sua popolazione è più ricca della media della popolazione italiana, con un PIL pro capite (pari a 32.941 dollari statunitensi) paragonabile a quello di Toronto o Barcellona.
II successo di questo modello è stato alimentato da una strategia orientata all’export. Se nel 1970 meno del 10% del PIL della regione Veneto proveniva dall’export, nel 2000 il dato è più che triplicato. La città-regione Venezia da sola rappresenta circa un quarto dell’export nazionale e più del 40% dei prodotti di lusso venduti all’estero. Le industrie hanno approfittato del crescente appeal per il “made in Italy”.
Le criticità
Il modello della regione si è rivelato di successo, ma si aprono alcune questioni riguardo i suoi limiti e la sua possibilità di adattamento. La crescita della città-regione Venezia negli ultimi anni ha dovuto affrontare una serie di shock: in primo luogo, l’introduzione dell’euro nel 1999 che ha comportato la nascita di un nuovo modello competitivo basato sull’innovazione. Un secondo shock è venuto dalla competizione asiatica che ha preso alla sprovvista molte aziende, in particolare quelle del settore tessile dell’abbigliamento e delle calzature.
La trasformazione industriale verso il settore dei servizi ha portato a un aumento della domanda di lavoratori qualificati e conoscenza. Venezia non è stata però in grado di fornire una quantità sufficiente di lavoratori qualificati per sostenere una simile trasformazione nel modello economico. Questa situazione si inserisce in quadro che vede un progressivo invecchiamento della popolazione nell’area e un numero sempre inferiore di giovani con titoli di studio superiori a disposizione delle aziende.
L’immigrazione potrebbe allontanare gli effetti negativi dell’invecchiamento, nonostante abbia sollevato nuovi problemi, quale quello dei lavoratori irregolari. Se la città-regione Venezia prosegue nella sua trasformazione verso un’economia orientata ai servizi, i knowledge workers saranno fondamentali, e giocheranno un ruolo importante anche gli immigrati altamente specializzati. Tuttavia la città-regione non ha ancora richiamato un numero sufficiente di immigrati con titoli di studio superiori, né ha istituito programmi su larga scala per accrescere le loro competenze.
Gli investimenti relativamente bassi da parte della regione Veneto su Ricerca e Sviluppo insieme a un basso numero di brevetti rivelano, inoltre, un deficit nella trasformazione della città-regione. Il numero di brevetti è rimasto a un livello piuttosto contenuto se confrontato con quello di altre regioni metropolitane.
Tutte queste criticità si sommano, infine, a uno sviluppo disordinato e a bassa densità del territorio, che si è rivelato molto delicato dal punto di vista ambientale, in particolare per quanto riguarda il centro di Venezia. L’organizzazione poco efficiente e antieconomica, dell’area comporta costi più elevati per l’ampliamento delle infrastrutture, difficoltà logistiche per il tessuto industriale e maggiore traffico sulle principali arterie della regione.
Le sfide
Alla luce di queste profonde trasformazioni, la città-regione Venezia si trova a dover affrontare quattro grandi sfide in termini di competitività.
– Sviluppo della capacità di innovazione e potenziamento dell’inclusione nel mercato del lavoro.
– Miglioramento della mobilità e dei collegamenti tra Padova, Venezia e Treviso.
– Riconoscimento e integrazione di una sensibilità ambientale all’interno della linea politica.
– Creazione di una governance metropolitana. In generale, la concettualizzazione spaziale della città-regione Venezia non ha dato forma a decisioni politiche strategiche.
La nascita del rapporto
All’inizio del 2008 l’OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha proposto al Comune di Venezia, alla Fondazione di Venezia e alla Venice International University, con l’assenso del Governo italiano, l’avvio di un progetto di analisi della realtà locale da raccogliere poi in un documento formale da avviare ai propri organi ed al Governo italiano.
Il lavoro sarebbe confluito in una Rassegna Valutativa del Territorio (Territorial Review) di Venezia, da inserire nella serie delle rassegne analoghe realizzate nei principali ambiti metropolitani dei Paesi aderenti all’Ocse. La Fondazione di Venezia si è dichiarata interessata al progetto di analisi e, nel febbraio 2008, ha definito con l’Ocse le modalità di contribuzione necessarie alla costruzione del rapporto.
La realizzazione del progetto
Sotto la supervisione dell’ufficio del Piano Strategico del Comune il progetto è stato avviato concretamente nella seconda metà del 2008, attraverso due percorsi metodologici: da un lato la predisposizione delle elaborazioni statistiche, dall’altro, l’organizzazione da parte del local team, di tre missioni dell’equipe di ricerca del Direttorato Ocse competente. La Fondazione di Venezia ha affidato la parte operativa di questo duplice percorso alla Fondazione Venezia 2000 e alla Venice International University. Le missioni sono avvenute nei mesi di febbraio, maggio e ottobre 2009 e hanno coinvolto un importante numero di rappresentanti del mondo politico, culturale ed economico dell’area.
Nella sessione a Parigi del 2 e 3 dicembre 2009 la bozza del documento finale della Review è stata presentata agli Stati membri ed è stata discussa dai quattro rappresentanti designati: Usa, Messico, Germania e Portogallo.
Il documento definitivo
Il documento sarà presentato alla Ambasciata italiana presso l’Ocse per la consegna allo Stato membro e al Governo locale interessato. La consegna definitiva avverrà entro i prossimi due mesi. Nel frattempo è disponibile una sintesi delle principali conclusioni, che — pur essendo il documento definitivo ancora sotto embargo — potrà essere presentata entro il mese di febbraio.